Un laboratorio ai Tribunali, nel cuore della cittą antica, nel segno della tradizione da difendere dagli 'attacchi' della plastica e del Made in Taiwan. Romeo Barbaro, da vent'anni costruisce, suona e insegna a creare tammorre, castagnette, putipł, scetavaiasse e triccaballacche. Strumenti semplici, ma che affondano le loro radici nella Napoli antica. 'Addirittura si trovano testimonianze dell'utilizzo di questi strumenti musicali nell'antica Pompei', spiega il 45enne, impegnato sul fronte dell'esecuzione della musica etnica e folkloristica vesuviana. Barbaro, direttore artistico dell'Associazione Accademia Artistica Piccola Napoli ha esportato la passione per la tammorra perfino nel Nord Europa, in Svezia, Estonia e Finlandia, nell'ambito di uno scambio culturale con la Campania. E all'ombra del Vesuvio il musicista, cantante ed esperto 'artigiano', difende a spada tratta la tradizione. 'Legno di faggio e pelle di capra'. Questi sono i materiali per costruire la vera tammorra vesuviana - spiega - Nulla a che vedere con quegli oggettini 'souvenir' venduti sulle bancarelle. Per quasto cerco anche attraverso il laboratorio al teatro Bracco di trasmettere l'amore e il rispetto verso questi strumenti e verso gli anziani che ancora detengono la tradizione delle 'paranze', i veri tammurrianti'. E sempre nel segno della tradizione, Barbaro ha in cantiere una rappresentazione natalizia: l'atteso presepe vivente del centro storico del 26 settembre, del quale curerą la regia.
Ciro Pellegrino
Napolipił, 10 novembre 2002